Google Pay per Stay
E' iniziata la rivoluzione Post-Covid?
Lo scenario non è dei migliori: paura, incertezza e disorientamento sono le sensazioni forse più comuni nel mondo del turismo. Ma c’è anche tanta voglia di ricominciare.
Si percepisce l'ansia, tra assenza di normative e stranezze tipicamente italiane: pur esistendo un apposito comitato tecnico-scientifico, l’INAIL pubblica suggerimenti sulla gestione della fase 2. Assistiamo ad ipotesi tra il surreale e, consentitemelo, il ridicolo, in attesa di sapere come poter ripartire.
Intanto, ad oggi, la maggior parte dei dipendenti non ha ancora percepito l’assegno di Cassa Integrazione. Mentre il medico studia il malato muore.
Forse non si è intuita la vera entità di questa emergenza: appare evidente ormai che nella gestione di una crisi senza precedenti ci siano persone che abbiano perso il contatto con la realtà.
Quello che sappiamo con sicurezza è che il D.L. n. 18 del 17 marzo 2020 ha di fatto incluso l'infezione da Covid-19 nella categoria degli infortuni sul lavoro.
Mentre, però, per gli addetti al front office (ed in generale per le categorie di lavoratori a “condizione di elevato rischio di contagio”) vige una presunzione semplice di origine professionale, per tutte le altre categorie di lavoro l’onere della prova resta a carico dell’assicurato. Proprio come un operatore sanitario. Troverete maggiori chiarimenti nella Circolare INAIL n. 13/2020.
Certo, considerando anche il tempo che intercorre tra il probabile contagio ed il manifestarsi della malattia, risulterebbe davvero difficile dimostrare che il contagio sia avvenuto nella sede di lavoro. Ma questo sarà un problema che ci porremo più avanti nel tempo.
Stendiamo, infine, un velo pietoso sugli aiuti promessi: se la soluzione è il Bonus Vacanze allora rimbocchiamoci le maniche e troviamo come uscire da questo brutto momento con le nostre sole forze.
Anche con questa misura, infatti, il genio della lampada non ha pensato ad alcune circostanze. Innanzitutto, molti dipendenti hanno terminato (forzosamente) le ferie.
Per i destinatari di tale provvedimento, poi, probabilmente le vacanze non saranno una priorità. Il sistema dei voucher vacanze, infine, mal si adatta alla poca flessibilità del sistema alberghiero: l'inventario di un albergo è per definizione rigido.
Ma passiamo alle OTA.
Non è un mistero che le grandi OTA siano in difficoltà, ed è semplice comprenderne i motivi.
In questa particolare circostanza - e con molta coerenza - hanno mantenuto fede alla loro filosofia: l’ospite è il loro “cliente” e l’hotel resta un “partner”.
Il risultato si è concretizzato nella restituzione forzata degli importi già pagati dai clienti agli Hotel in barba al tentativo del Governo di impedirlo.
Forse, anche in questo caso, chi ha pensato a questo meccanismo di salvaguardia per le strutture, pur se animato dalla migliore delle intenzioni, non ha avuto elementi a sufficienza per comprendere il complicato funzionamento dei meccanismi di intermediazione nella vendita alberghiera.
Molti albergatori hanno minacciato azioni legali, altri hanno revocato l’autorizzazione agli addebiti delle fatture delle OTA. C’è anche chi proclama il tramonto dei grandi portali ipotizzando, a mio avviso, in maniera del tutto surreale, la fine dell’intermediazione nelle vendite.
Nelle centinaia di previsioni (o meglio profezie) che ho letto in questi mesi di certo c’è solo un fatto: per la prima volta in tanti anni chi come noi fa questo lavoro non avrà più uno storico di riferimento. Pagine tutte da scrivere insomma.
Ed è in questo momento storico che Google lancia Pay per Stay: un sistema di Ads che farebbe pagare all’Hotel una commissione solo in caso di finalizzazione della prenotazione.
Se ne parlava da tempo negli ambienti del turismo ma ora pare che Google, forte di oltre 1,2 trilioni di ricerche effettuate sul web ogni anno, abbia deciso di entrare a gamba tesa nel mercato delle prenotazioni.
Una mossa aggressiva nei confronti delle OTA che, fino ad oggi, hanno finanziato i bilanci di Google con le loro campagne ma anche un tempismo alquanto sospetto, fosse solo in termini di opportunismo. Pensiamo, ad esempio, all'attuale sentiment degli albergatori nei confronti delle OTA.
Sono molti i sondaggi che abbiamo analizzato in queste ultime settimane e, da tutti, emerge un dato positivo: le persone hanno voglia di viaggiare, di tornare alla normalità.
Il problema ora è capire come.
Naturalmente non ho elementi per ipotizzare cosa succederà di qui in avanti ma solo una convinzione: qualcosa nella distribuzione cambierà.
E poco importa se sarà Google a prendere il posto altri.
Il mio invito è ora più che mai ad investire, per quanto le finanze lo permettano, sui propri mezzi di vendita, sulla forza del nostro brand, sui messaggi di fiducia che riusciremo a dare ai prossimi ospiti che avremo. Investiamo in comunicazione, in strategie commerciali adatte al momento storico.
Non sprechiamo quella che potrebbe essere una grande occasione: partiamo dall’anno zero cercando di non commettere gli errori del passato.
“
StefanoPiro
20-05-2020 alle 15:19:59
Grazie mille e cordikali saluti
Stefano